21 aprile 2011

I cassetti di Scarpaleggera

Da: Repubblica.it
Pdl all'attacco della Costituzione
"Il Parlamento è sovrano assoluto"
Il partito del premier deposita una proposta di legge per riformare l'articolo 1 della Costituzione ribadendo "la centralità del parlamento nel sistema istituzionale della Repubblica".

Da: Il Secolo XIX.it
Proposta Pdl: via la norma che vieta il fascismo
Roma - Abolire la XII norma transitoria e finale della Costituzione che vieta «la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto Partito Fascista»: è quanto chiede un disegno di legge costituzionale depositato al Senato da cinque senatori del Pdl e uno di Futuro e Libertà.

Da: La Stampa.it
Scilipoti copia il manifesto fascista
Nel "programma" dei responsabili intere frasi riprese dal testo redatto
da Giovanni Gentile nel 1925

Da: La Stampa.it
"Troppi libri di storia di sinistra"
Pdl chiede commissione d'inchiesta

Da: The Guardian
Mussolini wasn't that bad, says Berlusconi
"Mussolini never killed anyone," the magazine quoted him saying.
In an interview published yesterday by the Spectator, Italy's prime minister appeared to defend the actions of his country's fascist dictator, Benito Mussolini.
"Mussolini sent people on holiday to confine them."


Mi piace uscire presto la mattina per le strade di San Lorenzo, quando il frastuono del traffico non soffoca ancora i suoni del giorno che nasce, così mi godo i canti dei merli che nidificano nelle siepi dei giardini, l'odore di terra bagnata dalla rugiada, lo sferragliare della serranda del bar che anticipa il profumo del mio caffè mattutino. L'aroma fragrante di cornetti appena sfornati mi trascina al forno del signor Pierino, che conosco da una vita e con il quale mi piace sempre scambiare due chiacchiere, ma solo poche battute, perché capisco come lui sia ansioso di andare a dormire dopo una notte di lavoro. E poi mi dirigo dritto dritto verso l'odore di inchiostro dei giornali appena stampati, l'edicola della signora Gabriella, dalla voce dolce e gentile.
Anche con lei mi piace chiacchierare del più e del meno, mentre passa in rassegna tutti i titoli dei giornali. La signora Gabriella è vedova ormai da parecchi anni, e talvolta mi sembra di trovare nel tono della sua voce una nota di malinconica solitudine, la stessa nota che odo a volte in me stesso. Confesso di avere in almeno un paio di occasioni fantasticato di poter un giorno parlare con lei di qualcosa di diverso dalle solite storie stampate, accompagnato dal suo delicato profumo alla lavanda, ma il senso di caldo rossore che aveva prontamente pervaso le mie guance mi era bastato per salutarla frettolosamente ed uscire, con il giornale infilato nella tasca della giacca, per cercare di camuffare il colore seduto sulla panchina della piazza con lo sguardo rivolto verso il sole del mattino. Rimango lì per una buona mezz'ora, poi, appena in tempo, prima che la città impazzisca, me ne ritorno a casa a passo svelto, percorrendo strade, incroci, marciapiedi che oramai conosco meglio delle mie tasche.
Il giornale non è per me, è per il sor Mariano, il portiere. Lui non può uscire a quell'ora per andarselo a comprare, così io gli faccio il favore di procurarglielo e lui lo legge ad alta voce, mentre io sto seduto accanto a lui in guardiola, sulla vecchia sedia impagliata.
-Grazie assai, don Vincè! Voi siete squisito, come al solito!-
Mi piace, il sor Mariano. E' una persona umile, ma di una cortesia antica. Mi chiama don Vincenzo, come si usa dalle sue parti, e qualche volta anche professore, in ricordo dei miei trascorsi di insegnante di Musica, ma mai Scarpaleggera, come fanno in molti qui nel quartiere.

Scarpaleggera! In realtà il soprannome non mi dispiace molto, in fondo devo quel soprannome al mio passo cauto, ma anche veloce e silenzioso, spesso causa di spavento per i miei alunni che non mi udivano arrivare in classe, andatura che, gradualmente, avevo acquisito da quando ero diventato cieco.
No, il soprannome non mi crea disagio e nemmeno l'oscurità nella quale vivo oramai da più di sessant'anni ed alla quale sono abituato. I colori me li ricordo ancora bene, e anche le forme, immortalati con i miei occhi di bambino curioso e innamorato della vita, spensierato come poteva esserlo un ragazzino cresciuto durante la guerra nel quartiere di San Lorenzo. Quindi mi basta un suono, un rumore od un profumo per ritrovarne l'origine impressa nella mia mente, come se i miei occhi frugassero in un vecchio archivio di fotografie.
Odori di meloni maturi, di pasta e fagioli, di lenzuola appena lavate e stese al sole. E poi i rumori, di noi ragazzi che giocavamo per le strade polverose, dei treni merci che stridendo trovavano la loro strada lungo gli scambi dello scalo ferroviario, delle rondini che garrendo si rincorrevano fra i vicoli e le case.
-Allora, professò, vediamo un po' cosa ci raccontano oggi-, inizia Mariano, inforcando gli spessi occhiali da lettura riparati alla meglio col nastro adesivo.
-Condannati 12 lavoratori Eutelia che avevano occupato la fabbrica.-
-Ah si,- commento - sono quelli che avevano occupato perché i vertici della società l'avevano spogliata di tutti i crediti, procurando bancarotta fraudolenta, non pagando gli stipendi, portando i soldi in Svizzera e scappandosene a Dubai. E adesso sono loro a dover pagare?"-


-Pare proprio di sì. Cornuti e mazziati, dicimme dalle nostre parti. Poi ce n'è un'altra:
Ministro Romani, referendum sul nucleare superato. Rinvio a dopo chiarimento UE sulla sicurezza-.
-Paolo Romani, è l'uomo di Mediaset nel governo, quello che prima ha ritirato i finanziamenti per la banda larga e che ultimamente si é inventato quel decreto contro le energie rinnovabili e il fotovoltaico.-
-Professo', ma voi tenete una memoria straordinaria, meglio di Pico della Mirandola!-
-Non esageriamo, Mariano, è che ho una memoria a cassetti, basta tenerli in ordine.-


-Vediamo cosa mi dite di questa notizia:"Proposta PDL al Senato per l'abolizione della XII Disposizione Transitoria". Ma che cosa è 'sta dodicesima disposizzione, professo'?... Don Vincè, don Vincenzo!? Professore!! Ma che tenite, non vi sentite 'bbuono?-
-Sto bene, Marià, sto bene... è che non mi aspettavo che saremmo arrivati a questo punto, è che mi si sono aperti dei cassetti che erano rimasti chiusi da anni e che speravo di non dover riaprire più.-

I miei cassetti nascosti! Foto in bianco e nero impresse nella mia memoria e che ritornano alla luce. Immagini di squadre fasciste che marciano per il rione, la spedizione punitiva della squadraccia di Italo Balbo, 500 squadristi che uccidono 13 abitanti del quartiere per punirlo di aver attaccato una colonna fascista. E la polizia politica che periodicamente veniva ad arrestare mio padre, antifascista dichiarato. E poi i rastrellamenti, le perquisizioni nelle case alla ricerca della tipografia clandestina dove di nascosto si stampava l'Unità, ben nota a tutti gli abitanti del quartiere, ma mai tradita. Ed infine il bombardamento, le urla di mia madre, la polvere, il crollo della nostra casa, e dopo soltanto il buio, che da allora mi fa compagnia.
-Vedi Mariano, la disposizione XII è quella parte della nostra Costituzione che vieta la ricostruzione del partito nazionale fascista e punisce l'apologia del fascismo. E oggi stanno cercando di farlo risorgere, piano piano, senza dare nell'occhio. Vogliono riscrivere i libri di scuola, vogliono modificare nella Costituzione quelle parti che sono per loro scomode, si scrivono i loro programmi scopiazzandoli da quelli del fascismo, i ministri salutano con il braccio teso, dichiarano che Mussolini mandava la gente in vacanza e non al confino, minacciano marce di milioni di simpatizzanti su Roma se il Presidente non indice le elezioni, descrivono il Parlamento come un'assemblea inutile e pletorica, considerano la stampa, i sindacati e la magistratura come nemici da combattere. Marià, io speravo di morire senza dover rivivere più quegli anni della mia infanzia, ma oggi sta succedendo qualcosa, lo sento. Questi individi che di tanto in tanto se ne escono con proposte di modifiche cosituzionali, non sono degli esibizionisti sprovveduti, sono degli esploratori, sono mandati in avanscoperta per saggiare il terreno, per vedere fin dove ci si può spingere senza provocare una reazione popolare. E ogni volta si spingono un po' più in là, e ogni volta il livello di sopportazione del popolo sale, come la storia della rana nell'acqua calda. Oggi la gente pensa soltanto a se stessa, a salire con i piedi sul prossimo, i lavoratori non hanno più diritti, la crisi economica ci dilania, ai giovani stanno rubando il futuro, il popolo é distratto da mille problemi e loro alzano la temperatura dell' acqua sempre di più, sempre di più.
Mariano, é tutto come allora, tutto di nuovo come allora
.-

-Professò, con tutto il rispetto, a voi la gente vi chiama Scarpaliggiera, ma la vulite sapé 'na cosa? La verità, don Vincè, é che viviamo in un paese di ciechi, e che l'unico che ci vede benissimo siete proprio voi!-