7 maggio 2012

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Da: La Repubblica.it
Fmi, "nessun investimento è sicuro".
La longevità mette a rischio i bilanci degli Stati.


Secondo il Global Financial Stability Report, nemmeno i bund tedeschi o i bond americani possono essere considerati asset sicuri. L'aumento dell'aspettativa di vita delle persone potrebbe incidere sugli enti previdenziali e sui conti degli Stati."

Da: Corriere.it
Si suicida dopo il taglio della pensione

La donna, 78 anni, si era vista ridurre l'assegno di 200 euro."

Era iniziata così, con quel commento del Fondo Monetario Internazionale al telegiornale, ascoltato durante una serata in casa fra amici e seguito da una risata generale accompagnata da gesti scaramantici e battute ironiche. Avevano meno di trent'anni, Mario e i suoi amici, e non avrebbero certo riso tanto se avessero potuto vedere ciò che sarebbe successo in seguito. Quarantacinque anni dopo, Mario si era trovato a vivere, insieme a sua moglie Luisa, in uno dei "Centri Nazionali di Ottimizzazione e Riabilitazione" della sua città, i CNOR, come erano chiamati. Questi erano strutture statali, nate alcuni anni prima per iniziativa del Ministero per la Salvezza Economica della Nazione e ricavate nelle caserme abbandonate, negli ospedali in disuso o nelle scuole ormai deserte, dove tutti coloro i quali avevano concluso la loro attività lavorativa, la loro fase attiva, come veniva definita, venivano "invitati" a recarsi, per passare l'ultima parte della loro vita in maniera ottimizzata, evitando di gravare eccessivamente sul bilancio statale. Antonio ricordava bene come si era arrivati a quel punto, con la tremenda crisi economica e i governi di emergenza nazionale che si erano succeduti, sempre più feroci e sempre più in mano alle lobbies delle banche d'affari e dell'alta finanza. Avevano tagliato di tutto, dalla scuola all'assistenza sanitaria, svenduto il patrimonio culturale e quello demaniale, privatizzato l'acqua e persino le forze di polizia erano state sostituite da società private di security. L'obbligo dell'istruzione scolastica al di sotto dei quattordici anni era stato abolito, perché l'immissione di giovanissimi nel mondo del lavoro, dicevano, avrebbe prodotto una riduzione del costo del lavoro e un immediato benefico effetto nella concorrenza ai paesi asiatici.

Ma il meglio di loro stessi l'avevano profuso con le pensioni. Avevano valutato che mantenere milioni di cittadini al termine della loro fase attiva, con l'età media che si innalzava sempre più, era un lusso che lo stato non si poteva più permettere: la crescita del PIL nonchè la necessità di mantenere l'equilibrio finanziario e la remunerazione degli investitori nazionali ed esteri richiedevano una riorganizzazione dell'intero sistema. Per questo motivo fu emanata la "Legge sull'ottimizzazione abitativa e la riabilitazione generazionale". In base a tale legge, la proprietà di una abitazione decadeva al momento del pensionamento di un individuo e lo stato subentrava nel possesso della casa, che veniva immediatamente rivenduta e il ricavo utilizzato per ridurre il debito contratto nei decenni precedenti con il Fondo Monetario Internazionale, ai cui vertici sedevano i membri di quelle stesse banche d'affari che ora controllavano i governi locali. E i vecchi proprietari? Lo Stato non poteva certo lasciarli per strada, quindi la legge sull'ottimizzazione abitativa prevedeva la costituzione dei suddetti CNOR, nei quali gli anziani venivano coattivamente accompagnati e ospitati a spese dello Stato il quale, a titolo di rimborso spese, tratteneva per sé la pensione dei degenti. Il tutto era stato completato da una propaganda continua sui media, dove alle generazioni precedenti veniva addossata la colpa della crisi economica che aveva devastato la nazione. Il conflitto generazionale era divampato feroce e oramai era frequentissimo vedere automobili fermarsi sulle corsie di emergenza delle autostrade e anziani con i capelli bianchi e l'aria smarrita essere spinti fuori dalla vettura. Quest'ultimo dolore fu risparmiato a Mario e Luisa, che non avevano avuto figli, ma non riuscirono comunque a scampare all'internamento in uno dei CNOR della loro città.

Mario non riusciva a sopportare quell'ambiente, quelle camerate da venti letti in cui erano costretti a vivere in maniera promiscua. E i pasti nella mensa comune e le interminabili sedute in sala TV, dove venivano trasmessi continuamente programmi a quiz demenziali, soap operas e talk shows che Mario non riusciva a comprendere. I telegiornali raccontavano di continuo dei progressi economici raggiunti e delle nuove quote di mercato strappate ai paesi concorrenti, il tutto accompagnato da grafici che mettevano al confronto la situazione attuale con quella di un tempo. E poi la pubblicità, spot continui su nuovi investimenti finanziari, assicurazioni sulla vita, acquisto di quote azionarie, depositi bancari miracolosi, buoni del tesoro, certificati di credito, obbligazioni vincolate, prodotti derivati e strutturati, commodities, futures, hedge funds, equity swaps, credit default swaps. Se avessero potuto, Mario e Luisa se ne sarebbero andati da tempo da quel luogo, ma non era semplice, con la security che controllava il perimetro del CNOR per evitare che la gente fuggisse e loro che non avevano più l'agilità di un tempo. Cosi gli anni passavano e vedevano gente morire e nuovi ospiti arrivare.

Un giorno avvenne quello che prima o poi doveva accadere e sul quale c'era stato da tempo un accordo fra Mario e sua moglie. Avrebbe potuto toccare a lui, ma invece fu Luisa che morì per prima e Mario aveva posto in opera il piano che avevano ideato insieme. I morti venivano lasciati in una piccola saletta, dove rimanevano fino a poco prima dell'alba, quando venivano portati via per evitare di farlo di fronte a tutti gli altri degenti. Così Mario, quella notte, mentre tutti dormivano, si era recato nel piccolo obitorio e, con l'aiuto di una sedia a rotelle, aveva trasportato il corpo di Luisa nel proprio letto, le diede un bacio e lo coprì bene con le coperte. Poi tornò nella stanzetta, si infilò nel sacco mortuario dove era stata posta sua moglie e chiuse la cerniera lampo dall'interno. Gli addetti delle pompe funebri non si accorsero di nulla e quando, dopo averlo trasportato nel locale di transito del cimitero comunale dove avrebbero cremato il corpo poco dopo, lo lasciarono da solo per andarsi a bere un caffè, Mario si liberò del sacco, uscì in strada e salì sul primo autobus. Non sapeva cosa avrebbe fatto, né dove sarebbe andato, sapeva solo che c'era il sole, che era libero e che piangeva, stringendo fra le mani la foto di Luisa in abito da sposa.