9 gennaio 2012

Blues di fine anno






"Sometimes I feel like a motherless child..."

Non so cosa mi spinga ad arrivare sempre troppo in anticipo agli appuntamenti. No, non è un errore di calcolo dei tempi di percorrenza, potrei stimare al minuto quanto mi ci vuole ad arrivare in qualunque buco di culo di posto nel mondo. E nemmeno il timore che un intoppo improvviso mi faccia fare tardi. Anzi, non credo che me ne fregherebbe un cazzo di fare tardi. In realtà, non credo che me ne fregherebbe un cazzo di niente! Eppure, anche questa sera sono arrivato con quasi un'ora di anticipo, ho trovato con calma un parcheggio, tranquillo, isolato, e ho acceso la radio...

"... sometimes I feel motherless child..."

Allungo la mano verso il taschino, ma non trovo le mie sigarette. Porca troia, ho smesso di fumare quasi quindici anni fa, ma non ho ancora smesso di cercare le mie sigarette. A cosa serve smettere di fumare, se non si smette di averne voglia? Dicono che smettere fa bene alla salute. Probabilmente è così. A proposito, ho letto da qualche parte che, statisticamente, quella dei 69 anni è l'età spartitraffico tra lo stare bene in salute e l'iniziare a stare male. Non posso fare a meno di pensare che andrò in pensione a 67 anni, e che in due anni dovrò spararmi tutte le cartucce che mi rimarranno, ammesso che mi sia rimasta la voglia di farlo.

"Sometimes I feel like a motherless child..."

Ci sono già stato da queste parti, certo che ci sono stato, ora mi ricordo bene. Laggiù c'è quel campetto di calcio dove mi allenavo con la mia squadra, da adolescente. Giocavo in porta, ero svelto, saltavo come un gatto. Non avevo mica paura di grattugiarmi sulla terra battuta, io! Anche perchè campi in erba non ce ne erano, a quel tempo, e le croste sulle ginocchia e sui gomiti erano come medaglie al valore. Ero forte in porta, sì, finchè si giocava fra amici. Ma poi, quando una squadra mi tesserò per fare sul serio, la prima partita ufficiale la giocai solo un tempo, poi crollai come un palloncino sgonfiato. Il primo tempo era terminato sullo 0 a 0, ma mi rifiutai di rientrare in campo, mi feci la doccia, e non mi feci più vedere da queste parti. Non mi divertivo senza amici.

"... just a long, long way from my home ..."

E' ora, spengo la radio e scendo dall'auto. Fa freddo, mi avvio verso l'ingresso del ristorante, con le parole di quello spiritual che mi frullano in testa. Anche quest'anno, nonostante tutto, nonostante le nostre strade abbiano preso direzioni diverse, nonostante i chilometri che ci dividono, nonostante sia sempre più difficile metterci d'accordo, non mancheremo al rito, la vecchia abitudine di farci gli auguri per il prossimo anno. Certo che, di questi tempi, forse sarebbe meglio limitarsi agli auguri per il prossimo trimestre. I vecchi colleghi, i vecchi amici di una volta, di nuovo a sparare cazzate davanti ad una pizza margherita o ad un antipasto misto, per festeggiare la fine di un anno del cazzo e l'inizio di un'altro. Cristo, quanto mi siete mancati!

"... long, just a long, long way from my home."

Sembrano tutti allegri, si scherza, ci si prende in giro come una volta, e come tutti gli anni si raccontano i soliti aneddoti, sempre gli stessi, con le mogli che ci osservano e si scambiano i soliti sguardi di compatimento. E' per questo che vengo da solo. In attesa che il cameriere ci serva, sono già alla terza birra, come sempre. Lo so che è questo che si aspettano da me, ed è per questo che lo faccio. Una volta mi divertivo a recitare la parte, ma oggi non mi sento allegro come allora. Avverto qualcosa di diverso negli altri, qualcosa che li accomuna e li avvicina, ma che a me mi separa. Come diavolo faccio a togliermi questa fottuta musica dalla testa?

"Sometimes I feel like I'm almost gone..."

Si è fatto tardi, è ora di salutarci. Ciao, ci vediamo alla prossima. Certo, come no! Cerchiamo di sentirci prima, comunque. Teniamoci in contatto, magari ci vediamo per bere qualcosa. Ma certamente, lo sai che quando si tratta di bere sono sempre a disposizione. Senti, noialtri esiliati ci teniamo in contatto su Facebook, ma tu ci sei? No, io no, non lo uso, non mi ispira, mi sembra come andare al ristorante e mangiarmi il menù, preferisco incontrarvi una volta l'anno. Vabbè, ciao allora, auguri e saluti alla famiglia! Sì, ciao a tutti, ciao.



Salgo in macchina, ma non andrò subito a casa, non ho fretta, ho solo bisogno di riaccendere la radio per togliermi quella cazzo di canzone dalla testa!

"... a long way from my home"